giovedì 18 dicembre 2014

Abbastanza.

Anche lui mi pensa sempre.
Anche a lui manco.
Anche lui mi vuole bene.
Anche lui spera di vedermi presto.

Ma non si fa nulla per cambiare la situazione. Perché?

Perché non mi pensa abbastanza.
Perché non gli manco abbastanza.
Perché non mi vuole abbastanza bene.
Perché non vuole vedermi abbastanza presto.

Questo fottuto abbastanza per me non è abbastanza. E mi rendo conto che dovrebbe esserlo, perché sta tutto lì. Ma sono abituata, dopo essere stata mandata a stendere, a ripensare a tutte le cose brutte che sono successe e a convincermi che queste siano abbastanza. Mentre il non essere abbastanza non mi basta. Perché non ci sono state cose brutte, mai.
L'abbastanza è la mia nuova maledizione.

mercoledì 17 dicembre 2014

Morfeo, torna da me!

Io non ho mai problemi di sonno. Non sono narcolettica solo perché non mi addormento guidando, ma dormo veramente in ogni situazione e condizione possibile.
Quest'estate mi stavo addormentando in piedi, mentre parlavo. Forse mi trovo semplicemente noiosa, ma il punto è che dormo sempre benissimo.
Non riesco a dormire solo quando dovrei dire qualcosa a qualcuno, ma per un motivo o per un altro non posso/voglio farlo. Sono quasi due settimane che non riesco ad addormentarmi in nessun modo. So benissimo perché non riesco ma non posso porci rimedio. Perché la persona con cui vorrei parlare è a 200 km da me e di conseguenza è davvero un po' scomodo vederla per fare due parole. So anche però (visto che già una volta mi è capitato di non riuscire a dormire) che se non dico ciò che devo dire continuerò a non riuscire a dormire. Ma non posso più tornare ad elemosinare un po' di tempo e attenzione. Non posso tornare perché non voglio essere la classica donna media che corre dietro a qualcuno tentando di spingere il proprio cuore laddove non può entrare. Per questo scrivo, scrivo tanto, sperando che in qualche modo ciò mi possa bastare a rifare amicizia con Morfeo. Perché io lui l'ho sempre amato, ma ora mi sta abbandonando. E io posso sopravvivere all'abbandono di una delle persone più importanti della mia vita, ma non possono vivere senza Morfeo.
Ti prego, torna, sai dove abito.

lunedì 15 dicembre 2014

Il destino

Io non credo nel destino. Non credo che tutto sia già scritto e nemmeno credo qualcosa ci succederà per forza.
Credo fermamente che sia tutto nelle nostre mani, nelle nostre decisioni.
Se credessi nel destino però, penserei a quanti momenti, persone e situazioni si siano dovuti creare perché io conoscessi Andrea. Non vivendo nella stessa regione, non si tratterebbe di pensare "Se quella sera fossi uscita" o "Se avessi fatto quella strada". Tante persone sarebbero servite a far sì che noi ci conoscessimo.
Ma io non credo che noi fossimo destinati ad incontrarci, credo che ci siamo incontrati e basta. Non credo che lui dovesse essere la persona che mi avrebbe cambiato completamente la vita, me l'ha cambiata e basta.
Credo però nelle coincidenze, io amo e odio le coincidenze.
Non credo che la chiamata che ho ricevuto per un posto di lavoro nella sua città sia un segno del destino. Perché per lui non sono abbastanza, ed è finita.
Credo che sia una delle coincidenze che odio.
O forse il destino è una gran puttana.

lunedì 8 dicembre 2014

Come siete riusciti a stare insieme per 65 anni?




Ma è vero? Una volta si era in grado di aggiustare le cose rotte? O semplicemente la società non accettava che un matrimonio finisse e quindi lo si continuava quasi per obbligo?

Ciò di cui sono sicura è che oggi ci si impegni molto di meno per far sì che le cose vadano bene. Ci si arrende subito, barricati dietro le nostre paure e convinzioni. Credo che molte persone abbiano paura di essere felici, paura di condividere profondamente il loro tempo con un'altra persona. Io sono la prima ad averlo fatto, più e più volte.
Non tutti hanno paura, ovviamente. C'è poi chi è stronzo e basta, chi non riesce a vedere che davanti ha una persona, chi non riesce proprio nemmeno a pensare di pronunciare la parola "noi" o "stare insieme", o "siamo una coppia". Li vedi proprio cominciare a sudare nel tentativo di trovare in fretta un'altra parola che possa sostituire questi orribili, faticosi e pesanti concetti. E quindi ti sentirai dire il banale "io e te", o "questa cosa che c'è tra noi/ci vediamo/usciamo/frequentiamo (quest'ultimo comunque è riservato ai più audaci)", o "una coppia nel senso di due persone singole che escono".

Dobbiamo lottare giornalmente per riuscire a pronunciare tre semplici lettere, come possiamo pretendere che si aggiusti una cosa rotta? Come possiamo non essere buttati via?

giovedì 4 dicembre 2014

La verità è che non gli piaci abbastanza

Si, è vero, scrivo solo quando sono triste. Ma, come diceva qualcuno, quando sono felice esco.

Io sono una di quelle persone che nell'amore ci credono. Mi innamoro ogni volta che passo più di un mese con una persona. Ma sono anche una di quelle persone che fanno fatica a dire la parola "amore".
Sono una di quelle "donne" che tentano di fare le sostenute, le grandiose, ma che poi piangono per un filmetto.
E sono molto arrabbiata per questi filmetti che ti fanno sempre e comunque sperare che quando pensi che sia troppo tardi ci sarà comunque un colpo di scena. Continuo a preferire i film in cui sia rispecchiata la vera realtà.
"La verità è che non gli piaci abbastanza" è un film su cui contavo molto. Stava andando tutto come normalmente va nella vera realtà quando improvvisamente tutto va per il verso giusto.
Non voglio che mi si fraintenda, io credo fermamente che tutto possa andare come una persona desidera. Avrei però preferito vedere la vera realtà.
Ma è uno dei film che più mi ha aiutata a comprendere come e quando tagliare una storia.
Per anni ho detto "Ma è un uomo, cosa pretendi, non sa pensare a più di una cosa per volta".
Grazie a quel film e a tutte le vere realtà che ho vissuto, ho capito che non è vero.
Gli uomini sono assolutamente in grado di avere un lavoro, una casa, degli amici, delle passioni e di amare una persona e battersi se le cose non vanno nel migliore dei modi.
Se non lo fanno, la risposta è solo e semplicemente una: non gli interessa abbastanza. E che sia colpa di lei, che magari non ha fatto tutto ciò che poteva o aveva troppa paura per sbilanciarsi, o che sia colpa di lui, che probabilmente non è in grado di lasciarsi andare ai sentimenti, la verità non cambia. Il "noi" non era abbastanza forte per lottare, e alla fin fine non è colpa di nessuno.

Poi è chiaro, visto che, nonostante quello che possiamo dire, tutte vorremmo un finale da film, è chiaro, dicevo, che la speranza che lui capisca e corra sotto casa nostra per urlarci una frase sdolcinata a caso è l'ultima a morire. Ma questo è raro, molto raro. Possibile, ma raro.

Quello che consiglio, alla fine di tutto ciò, è di aspettare che il principe azzurro torni da voi dalla finestra del bagno. Perché chi vive sperando...

mercoledì 1 gennaio 2014

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

"E' morta."
Mi sono svegliata così, stamattina, dopo i bagordi di Capodanno. Non sapevo ancora come mi chiamassi, che ore fossero, non avevo ancora preso il caffè che ogni mattina mi riporta nel mondo. E già piangevo.
"No."
E' stata la prima parola che ho detto stamattina, tra le lacrime, con la bocca ancora impastata, quando, anche senza il caffè che ogni mattina mi riporta nel mondo, il mondo mi ha risucchiata dentro di sé.
Quando succede a qualcuno di così giovane la morte ti sembra ancora più assurda. Ho pianto per una vita spezzata così presto, ma soprattutto ho pianto per i genitori. Io non ho figli, ma ciò che mi sono domandata stamattina tra i singulti, il cuore che mi sembrava dovesse uscirmi a forza di battere così forte e il sudore che di botto mi ha ricoperta, ciò che mi sono domandata, dicevo, è stato: "Come possono dei genitori andare avanti?"

giovedì 16 febbraio 2012

Il domandone

La solita vecchia e banale domanda: seguire la ragione o l'stinto? Perché diavolo non si riesce mai a fare una combo delle due? Una perfetta via di mezzo?
E invece no: quando usi la ragione, avresti dovuto seguire il cuore, quando ti lasci andare e ti fai guidare dalle emozioni, dall'istinto, avresti dovuto pensarci di più, riflettere.
In ogni caso sbagli. O almeno, per me è stato così, fin'ora.
La risposta sta nel mezzo, lo so. Ma non sono brava con le vie di mezzo.
Sono stata la maga delle emozioni, sempre. E l'unica volta in cui avrei dovuto farlo veramente mi sono bloccata su razionalità, pensieri, riflessioni e cagate simili.
E ora è veramente troppo tardi.