lunedì 8 dicembre 2014

Come siete riusciti a stare insieme per 65 anni?




Ma è vero? Una volta si era in grado di aggiustare le cose rotte? O semplicemente la società non accettava che un matrimonio finisse e quindi lo si continuava quasi per obbligo?

Ciò di cui sono sicura è che oggi ci si impegni molto di meno per far sì che le cose vadano bene. Ci si arrende subito, barricati dietro le nostre paure e convinzioni. Credo che molte persone abbiano paura di essere felici, paura di condividere profondamente il loro tempo con un'altra persona. Io sono la prima ad averlo fatto, più e più volte.
Non tutti hanno paura, ovviamente. C'è poi chi è stronzo e basta, chi non riesce a vedere che davanti ha una persona, chi non riesce proprio nemmeno a pensare di pronunciare la parola "noi" o "stare insieme", o "siamo una coppia". Li vedi proprio cominciare a sudare nel tentativo di trovare in fretta un'altra parola che possa sostituire questi orribili, faticosi e pesanti concetti. E quindi ti sentirai dire il banale "io e te", o "questa cosa che c'è tra noi/ci vediamo/usciamo/frequentiamo (quest'ultimo comunque è riservato ai più audaci)", o "una coppia nel senso di due persone singole che escono".

Dobbiamo lottare giornalmente per riuscire a pronunciare tre semplici lettere, come possiamo pretendere che si aggiusti una cosa rotta? Come possiamo non essere buttati via?

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