mercoledì 1 gennaio 2014

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

"E' morta."
Mi sono svegliata così, stamattina, dopo i bagordi di Capodanno. Non sapevo ancora come mi chiamassi, che ore fossero, non avevo ancora preso il caffè che ogni mattina mi riporta nel mondo. E già piangevo.
"No."
E' stata la prima parola che ho detto stamattina, tra le lacrime, con la bocca ancora impastata, quando, anche senza il caffè che ogni mattina mi riporta nel mondo, il mondo mi ha risucchiata dentro di sé.
Quando succede a qualcuno di così giovane la morte ti sembra ancora più assurda. Ho pianto per una vita spezzata così presto, ma soprattutto ho pianto per i genitori. Io non ho figli, ma ciò che mi sono domandata stamattina tra i singulti, il cuore che mi sembrava dovesse uscirmi a forza di battere così forte e il sudore che di botto mi ha ricoperta, ciò che mi sono domandata, dicevo, è stato: "Come possono dei genitori andare avanti?"

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